Nel mondo del vino italiano, due acronimi spiccano per la loro importanza: DOC e DOCG. Questi termini, spesso presenti sulle etichette delle bottiglie, sono garanzie di qualità e tradizione, ma cosa significano esattamente? E qual è la differenza tra DOC e DOCG?
L’importanza delle denominazioni nel settore vinicolo italiano è un argomento che merita attenzione per la sua rilevanza nella protezione della qualità e dell’autenticità dei vini. Infatti, non solo garantiscono l’origine dei vini, ma assicurano anche l’aderenza a metodi di produzione tradizionali e a standard elevati. La decisione di esplorare la differenza tra DOC e DOCG nasce dalla volontà di valorizzare il patrimonio vinicolo italiano e di informare su come queste certificazioni contribuiscano a preservare l’eredità culturale e il legame con il territorio.
In Italia, le etichette DOC (“Denominazione di Origine Controllata”) e DOCG (“Denominazione di Origine Controllata e Garantita”) sono emblemi distintivi che attestano l’autenticità e la provenienza dei vini, incarnando il concetto di “denominazione di origine”. Queste designazioni, introdotte negli anni ’60, sono diventate fondamentali per salvaguardare l’identità vinicola e per mantenere un forte legame con le regioni e le pratiche enologiche storiche.
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Nel caso specifico del Prosecco, uno dei vini più celebri e diffusi all’estero, solo a partire dal 2009 si avvale dei Disciplinari di produzione per proteggersi dalle contraffazioni internazionali grazie all’introduzione delle categorie DOC e DOCG.
Prodotto prevalentemente nelle regioni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, il Prosecco deve essere composto da non meno dell’85% di uva Glera. La zona DOC si estende attraverso varie province, includendo le sottozone di Treviso e Trieste. Al contrario, il Prosecco DOCG è limitato alle aree collinari di Conegliano, Valdobbiadene e Asolo, dove la vendemmia, ancora oggi, è effettuata a mano.
Sebbene la differenza tra DOC e DOCG sia evidente, entrambe richiedono che la vinificazione avvenga in aree designate, seguendo criteri di produzione, composizione chimica e profili sensoriali ben definiti.
È essenziale riconoscere che, sebbene le etichette DOC e DOCG non siano una garanzia assoluta di eccellenza, i vini che le ricevono devono soddisfare standard rigorosi che li qualificano come prodotti di qualità riconosciuta.
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